6 maggio 1999
Cara maestra Maria Vittoria,

                        come suo allievo – mi pare ormai di essere stato adottato come compagno di classe – mi rivolgo a Lei come fanno i miei compagni della Vb.

Grazie per la bella lettera. Commovente da una parte, e preziosa dall’altra per le informazioni sulle reazioni dei ragazzi che mi aiutano ulteriormente a conoscerli.

Ho letto il libro di Munari pensando ai mie due nipotini. Loro non hanno dubbi che il mare sia pieno di tesori. Forse non avevano pensato che fosse il mare a produrli come un artigiano. Ma li conserva e li manda sulla spiaggia perché loro li possano trovare. 
Così, prima con Pietro ed ora con Sara andiamo sulla spiaggia a cercare smeraldi, topazi e rubini. C’è anche qualche dubbio brillante. Le radici di canna lavorate sono le bandiere del pirata che ha perso il tesoro, o il suo uncino o un pezzo della sua spada.
Grazie di nuovo per il regalo ben pensato.

Ho scritto, come promesso, una letterina di risposta a tutti i miei “nipoti” della Vb oltre ad una lettera collettiva. A tutti ho cercato di rispondere qualcosa sul Kosovo. Con fatica, devo dire. Ma non si può solo scherzare tra noi ragazzini.

Spero che Martina abbia ricevuto la risposta alla sua storia. L’ho inviata per posta il giorno stesso. In effetti era rimasta nel computer. Spero non si sia sentita trascurata.

Con molti cordiali saluti, anche da mia moglie, ormai sua grande ammiratrice.

zio Lucio

P.S. Penso di riportare in un testo unico le domande sul Kossovo e le mie risposte. Ho proposto ai ragazzi di farlo loro, ma in attesa, lo farò io.